20/04/2022

IT vs Emozione: digitale o reale?

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Virtuale o Reale?

All’inizio del 2021 di una cosa eravamo assolutamente sicuri: il retail sarebbe sopravvissuto alla nuova realtà pandemica solamente se avesse abbracciato il digitale investendo su e-commerce e qualsiasi altro strumento potesse in quel momento sostituire il punto vendita fisico nella customer journey.

Oggi le carte in tavola sono cambiate ancora.

Con la stessa velocità con la quale si muove il mondo digitale, ogni insegna è chiamata a rispondere alla nuova sfida lanciata dal consumatore: basta virtuale, w il reale!

L'emozione di un click

L’evoluzione insegna che l’uomo archivia nella sua memoria un cumulo di conoscenze che derivano dalla sedimentazione di un ricordo, bello o brutto che sia.

Come possiamo quindi anche solo pensare di paragonare un click ad un feedback cognitivo dato da uno stimolo sensoriale, affettivo o emotivo?

Dopo due anni di distanziamento sociale e restrizioni, è ormai chiaro che tutte le meraviglie tecnologiche che possiamo pensare non andranno mai a sostituire il calore umano e il valore dell’expertise in grado di trasmettere il personale del punto vendita fisico.

Rivoluzione digitale degli anni 2000

D’altra parte a questa conclusione ci si poteva arrivare semplicemente ripescando nella memoria i lanci roboanti che sono stati fatti dai grandi player del mondo tech nei primi anni 2000.

A partire dal Future Store Extra fino al Cosmoprof di Bologna, gli eventi dove le ultime innovazioni erano a disposizione dei visitatori per poterle “toccare con mano” si sono sprecate in quegli anni.

In un attimo era possibile entrare in negozi virtuali visitabili con Google Maps oppure indossare occhiali VR dove le famiglie olfattive dei profumi potevano essere toccate con un click.

Il Covid è stato un ottima occasione per vedere finalmente accelerare tutte queste meraviglie tecnologiche e allora come mai non ne stiamo vedendo in azione nemmeno una?

Ci si innamora di un idea (e di un emozione)

Già nel 1989 Steven Schnaars affermò che la ragione più importante per cui le previsioni tecnologiche falliscono è che le persone che le enunciano sono sedotte dalle loro stesse technological wonders e che, accecati dalle loro emozioni, perdono di vista le considerazioni economiche di buon senso, inanellano mega mistakes e bruciano montagne di soldi degli investitori.

Non c’è quindi da stupirsi se per scegliere una nuova maglietta non indossiamo gli Oculus.

Il Covid ci ha reso più smart, non più tecnologici

La nostra esperienza ci insegna che la tecnologia è efficace quando supporta le attività umane e non le sostituisce.

Va quindi utilizzata e promossa quando crea valore per il cliente, che tiene sempre ben saldo il controllo del suo processo d’acquisto e che in ogni momento può decidere di cambiare le regole del gioco passando dal virtuale al reale e viceversa.

In questo senso, la tecnologia diventa lo strumento grazie al quale le informazioni del singolo consumatore vengono condivise su tutti i touchpoints e sfruttate per regalare un esperienza di interazione unica e personalizzata.

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Alessia Grandis

Alessia Grandis

CEO Open Service Srl